2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura?
Mi dedico alla scrittura quasi completamente nelle ore notturne; dormo molto poco e di notte accompagnato dalla musica e dalla lettura sviluppo la mia fantasia mettendo per iscritto le impressioni della giornata e quegli appunti che trascrivo durante le ore diurne che mi sembrano possano diventare oggetto di qualche modello letterario.
3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Philip Roth.
4. Perché è nata la sua opera?
L'opera che come spesso avviene presenta anche dei riferimenti autobiografici è nata da spunti derivati da alcune letture e da situazioni che nella vita di tutti i giorni e nei rapporti con gli altri, stimolano la fantasia a proporre delle situazioni che in teoria potrebbero verificarsi e che possono avere degli sviluppi in relazione fatti concomitanti.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Sicuramente hanno influito gli studi classici prima dell'Università, la lettura , la frequentazione di teatro e di spettacoli musicali e i viaggi. Sicuramente un ruolo hanno avuto anche le esperienze positive e negative nell'ambito familiare.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
L'uno e l'altro.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Credo che nel libro ci sia una componente importante della mia personalità che spesso ha manifestato una doppia strutturazione potendo, a seconda delle circostanze, farmi apparire in un modo professionale e scientifico e in altre situazioni liberare da tale copertura che per ragioni lavorative è stata quasi sempre preminente.
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Più che qualcuno l'ambiente del tennis che ho sempre frequentato nelle ore libere e che mi ha permesso di conoscere situazioni e persone diverse dal mio mondo scientifico.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Per il momento non lo ha letto nessuno.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’e-book?
A mio parere l'e-book può considerarsi una forma di diffusione della cultura letteraria più adatta al mondo ipertecnologico che ci circonda. Non credo che possa però contribuire a rendere tale cultura veramente approfondita e quindi vera cultura. Avere il libro in mano, poterlo leggere e rileggere, tenerlo a disposizione nei momenti opportuni fornice sensazioni piacevoli che l'e-book secondo me non dà; insomma a mio parere la vera cultura letteraria si acquisisce utilizzando i sistemi universali e sempre esistiti. Con ciò non voglio dire di possedere una grande cultura letteraria perché non apprezzo l'e-book.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Non ho esperienza per questo tema.Ho sentito una volta La Divina Commedia così diffusa. È un sistema che può avere larga diffusione perché può essere utilizzato anche se si svolgono altre attività (durante la guida per esempio).